Sette domande ad Antonio Ghini

Quella ad Antonio Ghini è stata una intervista inaspettata, accaduta per caso, grazie a un amico comune.

Tanto più apprezzata, come sempre, quanto inattesa.

Antonio Ghini: c’è storia personale intrecciata a storia automobilistica, c’è passione, c’è competenza. C’è sensibilità.

C’è non essere allineati al pensiero corrente, con la capacità e la naturalezza di stare al tavolo di chi dà le carte.

C’è un vero “car guy”, italiano e riconosciuto nel mondo, che ha esplorato e vissuto tutte le stagioni dell’auto.

Marketing, Corse, Giornalismo, Comunicazione, Renault, Ferrari, Ferrari, Ferrari, Lamborghini, e oggi auto classiche.

Morale: hai Antonio Ghini e ti dici: cosa gli chiedo? Da dove inizio?

Allacciamo le cinture, 3 2 1 semaforo verde, si parte !

1 – La tua prima auto

In realtà due: coi soldi guadagnati facendo interviste per la Doxa quando non avevo ancora 18 anni, appena presa la patente, una Balilla quattro marce del 1938 piuttosto malconcia. Essendo minorenne con non so più con quale trucco, la intestai a mio padre.

Rientrando a casa lui, a cena, disse con un tono di ribrezzo, ma di chi sarà quella carretta vicina al nostro cancello.

Tua, papà.

E lui, e l’assicurazione?!

Non vorrai avere un’auto non assicurata, la risposta.

Finì in ridere.

Però l’inverno, a Bologna, con fidanzatina, era perfetta.

Ma la tentazione era un’altra: la mia passione erano le corse. Avevo visto un personaggio felliniano che guidava una rombante sport per le strade del centro.

Era una topolino con testa in ghisa e carburatore verticale, trasformata da Giannini in una sport, rossa, aperta, ex Mille Miglia.

Il suono di quel motore amplificato dai portici della città era un concerto.

Mi misi alla ricerca del misterioso proprietario che guidava con tuta bianca, cuffia alla Nuvolari e occhialoni. Scoprii che era un dentista.

Mi presentai in studio “vediamo i denti..” No, parliamo della macchina.

Se vuoi te la vendo, centomila lire. Ma…Centomila o niente.

Mi dia tempo, dottore.

Vendo la Balilla, metto in fila i risparmi, chiedo le ultime diecimila in prestito.

E’ mia!

E’ maggio, tutta aperta, magnifica.

Mi sento Fangio.

Però, a fine settembre, con le prime piogge la fidanzatina, con la lucidità femminile, minaccia l’abbandono.

Non ha torto.

In effetti anch’io penso ai giorni di neve e ghiaccio.

Provo a venderla:

Scopro che a Bologna e, forse in tutta l’Emilia, non c’è un altro pazzo come me.

Poi un’offerta insperata: è morto mio nonno, mi dice un mio amico, se me la dai ti do la sua collezione di francobolli.

Sempre meglio che niente.

Anzi, neppure male, recupero ottantamila lire vendendola a un negozio specializzato, saldo il debito e mio padre, per togliermi i grilli, mi compra la 500 ( non immaginando che l’avrei subito fatta preparare per correre…)

2 – La tua strada del cuore

Qualunque pur che avesse l’odore delle gomme e dell’olio di ricino bruciato.

Ho fatto tante corse in salita, in pista e rally.

Ciascuna di quelle esperienze si legava alla mia strada davvero sognata, quella delle Mille Miglia che aspettavo da anni di poter correre e che era stata cancellata nel 1957.

Ho avuto la consolazione di farla, la rievocazione però, più di una volta.

Nel cuore mi sentivo quello di allora.

3 – “Salga Ghini…”quella volta che Montezemolo ti disse.

Ci conoscevamo dai tempi in cui, a Maranello, era alla guida della Scuderia coi mondiali di Lauda. Poi, io in Renault e lui in Fiat, Cinzano, Italia ‘90.

Quando era uscito l’Espace era impazzito: geniale, mille anni avanti.

Mi ero adoperato per fargliene comprare uno.

Anche se uomo mille per cento Fiat lo usava davvero con un riconoscibile scudetto della Ferrari di fianco alla targa.

Poi, nel 92 lui era diventato presidente e AD della Ferrari.

Io ero alla Comunicazione Renault.

Ci incontrammo a Parigi, noi presentavamo la Twingo e la Ferrari, nello stesso salone di autunno, la 456GT, la prima auto davvero sua.

Luca, vieni a vedere la macchina più bella del Salone, la Twingo.

No, vieni tu a vedere la 456, è quella la più bella.

Lui venne con me sullo stand Renault – ci fu brusio..- poi andai, col cuore che batteva, sull’esclusivo e raffinato stand Ferrari.

“Vieni a trovarmi a Maranello…”

Il resto è venuto da sé, coi successi commerciali di una Ferrari rinata e le gioie delle vittorie di Schumacher.

Vent’anni magnifici.

4 – Quella volta che Bernie Ecclestone …

Niente Ecclestone, solo saluti ma col “Padrino” poteva parlare solo Todt oltre, ben inteso, il Presidente.

Erano anni di una Ferrari determinata nelle scelte e negli obiettivi.

A ciascuno la sua responsabilità.

Io comunicavo e proteggevo il Brand.

Non male, Ecclestone era faccenda di altri.

5 – Fantasy dinner con piloti e costruttori di ieri o di oggi … chi inviti ?

Clay Regazzoni, Ronnie Peterson, Vittorio Brambilla, René Arnoux, Jean Alesi, Jody Schekter, Fernando Alonso e lui, davvero unico, Niki Lauda.

Ne ho dimenticati molti mentre uno, Michael, non lo voglio citare: sapere che è ancora tra noi senza quella sua orgogliosa vitalità mi fa troppo male.

6 – Renault – Ferrari – Lamborghini … se ti volti indietro vedi il filo della tua vita – dice Steve Jobs. E Il tuo?

Il filo della mia vita è iniziato quando da Como i miei sono tornati a vivere a Bologna. Ero bambino.

Proprio davanti al nostro giardino, una volta all’anno passava la Mille Miglia.

La prima volta che la vidi decisi che nella vita avrei dovuto fare il pilota.

E’ l’automobile quel filo perchè dopo le corse amatoriali, il giornalismo specializzato per essere ogni weekend sulle piste, il lavoro mi riportava lì: avevo scoperto il Marketing e le Ricerche di Mercato lavorando anche per Alfa Romeo, ero passato in agenzia di pubblicità trovando un cliente come Renault.

La mia passione e competenza automobilistica – sapevo tutto! – ben presto mi aveva spalancato le porte della direzione della comunicazione del colosso francese: a 34 anni un posto di grandi opportunità creative…

chi ha dimenticato Porte Aperte alla Renault?

Poi Ferrari e, lasciata Maranello un anno dopo l’arrivo di Marchionne, la telefonata di Stefano Domenicali “vieni a trovarmi a Sant’Agata “. Dall’AUDI era passato in Lamborghini da un paio di mesi “ho bisogno di te..”.

Un miracolo? No forse incoscienza.

Incoscienza di chi, ogni volta, mi ha scelto credendo nel dogma che ha segnato la mia vita professionale:

NON fare quello che farebbero gli altri.

A volte mi chiedo come, ma ha funzionato. 

7- E oggi ? Tra auto classiche e gentleman driver

E’ un mondo dove cultura e passione si incontrano. Un mondo non governato da chi ne è protagonista, cioè dai collezionisti.

Uno strano errore se si pensa che commercianti, restauratori, case d’aste, ricambisti, organizzatori di eventi e gli stessi media vivono del denaro che i collezionisti mettono in questa gigantesca fiera delle illusioni o delle vanità.

Con l’annuario The Key, Top of the Classic Car World, autentico manifesto di un diverso approccio al collezionismo, stiamo contribuendo ad una nuova identità di questo mondo.

Tutto ciò grazie alla visione di un importante collezionista, Fritz Kaiser, che con The Classic Car Trust ha voluto guardare al futuro del collezionismo. (https://tcct.com/media/the-key-yearbook/)

Tra le cose di questi ultimi mesi, la creazione della quarta dimensione della passione: con eClassic abbiamo fatto realizzare a Pininfarina e Zagato dei simulatori per auto classiche. Come dire “ The tomorrow of History”.

 

7bis – E dietro la curva ?

 

Non considero che possa esserci una curva, penso piuttosto che viviamo in una pista che possiamo percorrere tutte le volte che vogliamo, facendo giri veloci e altri più lenti, usando le traiettorie giuste o tentandone di diverse.

Poi, è vero, il Gran Premio finirà. Succede a tutti. Ma ho voglia di fare ancora molti giri e di affrontare cose nuove.

Oggi siamo appiattiti da una massa informe di messaggi che ci sfiorano e che, spesso, incautamente, condividiamo senza trovare il tempo per verifiche e riflessioni.

Ogni sabato, su Motorsport.Com parlo di Formula 1 e del mondo delle competizioni.

Lo faccio in un colloquio video di una quarantina di minuti col Direttore della Testata, Franco Nugnes.

Cerco, grazie anche alla qualità del mio partner, di affrontare l’attualità in modo allargato e, per quanto ne sono capace, approfondito e ampio, parlando in modo facile e conviviale.

Tra il Portale Motorsport.com e YouTube – ho scelto il nome volteriano di Candido seguito dal mio – facciamo settimanalmente numeri a quattro zeri con punte oltre i 100.000.

Questo ha confermato ciò che pensavo: guai credere alle sentenze che vogliono solo brevità dei messaggi e like.

Se tutti lo dicono, tu fai diverso! C’è voglia di sapere, di partecipare e di confrontarsi.

Ci hanno regalato una magnifica bicicletta. Ma perchè usarla con le ruotine, come bambinetti da tenere sotto attento controllo? Diventiamo grandi e torniamo ad essere noi. Ci accorgeremo che senza ruotine è più bello.

Bandiera a scacchi, ottima prestazione: grazie Antonio Ghini !

1 commento
  1. Renato Ronco
    Renato Ronco dice:

    Sempre all’avanguardia Antonio Ghini. Un maestro nel suo settore. Ed abile a captare il momento giusto quando arriva l’occasione. Un saluto cordiale.

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